Torre del Cerrano: "No all'ingresso delle vongolare"

TERAMO – “No all’ingresso di turbosoffianti all’interno dell’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano”. A contestare questa ipotesi è un gruppo di associazioni ambientaliste (Wwf, Italia Nostra, Lipu, Legambiente, Marevivo e Touring Club Italiano) che per ribadire la contrarietà alla richiesta di modifica della zonizzazione dell’area marina hanno inviato una nota con un dettagliato dossier all’onorevole Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. La nota è stata inviata anche al Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, al Presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, al Sindaco del Comune di Silvi, Gaetano Vallescura, al Sindaco del Comune di Pineto, Luciano Monticelli, ed al Presidente del Consorzio di Gestione Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Benigno D’Orazio.“Da quando l’area protetta Torre del Cerrano è stata istituita – si legge in una nota diffusa dalle associazioni anbientaliste –  è in atto una azione tesa ad una modifica dei decreti istitutivi da parte del Consorzio di Gestione Vongole che esercita le proprie attività di pesca lungo la costa abruzzese tra San Benedetto del Tronto e Pescara.  Il Co.Ge.Vo. ha richiesto al Tar la sospensiva del decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta (richiesta respinta) e, contemporaneamente, si è attivato presso la Regione Abruzzo e gli Enti Locali per chiedere di deliberare in favore di una modifica del decreto istitutivo dell’Area Marina affinché si consenta la pesca delle vongole al suo interno”. Per le associazioni, fermo restando la necessità di dare ascolto alle argomentazioni del Co.Ge.Vo. la pesca delle vongole o di altri molluschi, così come qualunque altra forma di pesca che utilizzi strumentazioni a forte impatto per gli ecosistemi marini, come le vongolare cosiddette “turbosoffianti”, è assolutamente incompatibile con l’esistenza di un’Area Marina Protetta. Secondo le associazioni ambientaliste per andare incontro alle richieste delle imprese di pesca delle vongole si possono trovare altri sistemi di compensazione sull’eventuale riduzione del proprio pescato provocato dalla sottrazione dei 7 km dell’Area Marina Protetta, sistemi che vanno dalla ridefinizione dei comparti di pesca, di competenza regionale, all’introduzione di forme di pesca controllate nelle aree contigue all’Area Marina Protetta che consenta l’identificazione di un prodotto a valore aggiunto. “Chiediamo al ministro Prestigiscomo di dare un segnale autorevole, fermo e deciso – concludono le associazioni – affinché non si ingannino i cittadini, e gli stessi pescatori, con provvedimenti impropri, ma si chiarisca definitivamente che sarebbe inconcepibile un’Area Marina Protetta con i fondali sconvolti dal dragaggio quotidiano esercitato dalle vongolare “turbosoffianti”.